QUELLA PROPOSTA INDECENTE – 8° capitolo - Prato Trasgressiva

QUELLA PROPOSTA INDECENTE – 8° capitolo - Prato Trasgressiva

Per un attimo, Irina sollevò la testa per guardare in basso, osservando quel cazzo luccicante che la pompava dentro e fuori, riusciva persino a sentire le sue palle che gli sbattevano contro. Fu scioccata nel vedere che lei stessa partecipava, amplificando ogni colpo e spingendolo più in profondità in lei. Abbassò la testa mentre sentiva il formicolio della figa che preludeva all'orgasmo. Non voleva lasciare che quest'uomo la facesse venire di nuovo, ma non riusciva a controllarsi. Gemendo rumorosamente, Irina inarcò la schiena mentre muscoli della figa si contraevano attorno al cazzo pompante del dott.LUCA. Un suo grido riempì l'ufficio mentre si irrigidiva godendo, lo sentì sbattere gli ultimi colpi e percepì il suo sperma caldo schizzare nella sua figa. Rimase in posizione mentre lui scorgava il liquido seminale fino all'ultimo schizzo. Alla fine si abbassò sulla scivania e lui fece un passo indietro, facendo scivolare il suo cazzo flaccido fuori da lei.  Irina lo sentì crollare sulla sedia, rimase distesa con le gambe che pendevano dalla scrivania mentre cercava di riprendere fiato. Dopo un minuto, lui si alzò e la aiutò a scendere dalla scrivania. Lei teneva la testa chinata perchè si vergognava di come si era comportata. La sua vagina era piena dello sperma di quell'uomo e le era addirittura piaciuto. Non lo avrebbe ammesso, ma era stato tremendamente eccitante. Evitò di guardarlo in faccia mentre si muoveva dietro la scrivania e il liquido di lui trasudava lentamente all'interno delle sue cosce. - Bene, allora il nuovo prestito è confermato. Mi metterò in contatto con lei non appena avrò un po' di lavoro da affidarle. Dopo essersi rivestiti e puliti per modo di dire nell'unico bagno della banca, i due sposini uscirono, entrarono nella loro auto e non si scambiarono una parola. Irina fissava il marito e, quando si fermarono a un semaforo rosso, lui le lanciò un'occhiata. - Vuoi fermarti da qualche parte? - No, andiamo a casa. Rispose lei. Aveva bisogno di tempo per pensare e risolvere i suoi pensieri confusi. Era disgustata da ciò che Mauro NON aveva fatto. Aveva accettato di farla diventare come una prostituta, una escort. Aveva venduto il suo corpo per saldare i debiti e sapeva di aver perso la sua dignità per questo atto spregevole. Tuttavia c'era un perverso senso di eccitazione, una sensazione perversa di vendetta che non poteva negare. Rimase stupita quando la avvertì, ma era lì e cresceva ogni secondo. Non voleva ammetterlo, ma non vedeva l'ora di sentire squillare il telefono e sentire che il direttore aveva un lavoro per lei. Adesso era lei a comandare il gioco! FINE

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